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Le Marche rappresentano un mix di sapori tra le gastronomie del nord e del sud Italia. Regione verde del centro Italia le Marche sono da sempre note per le ricche tradizioni e la grande ospitalità. Il paesaggio è completo data la contemporanea presenza dei tre elementi: montagna ricca di prati e faggeti, campagna con la presenza di oltre 10.000 case coloniche e costa attrezzata e ricca di centri raffinati.
La cucina, in special modo sull' Appennino umbro-marchigiano, è caratterizzata da sapori forti come la carne, e in particolare "la porchetta", cucinata ancora secondo le antiche tradizioni.
Nella zona costiera possiamo assaporare una gran quantità di prodotti ittici; piatto principale è senza dubbio il "brodetto di mare" che ogni città personalizza aggiungendo particolari elementi per renderlo unico. Abbondano crostacei, frutti di mare e pesce azzurro insaporito da erbe aromatiche ed olio d'oliva. Vanno ovviamente ricordate le grandi e gustose olive, già apprezzate dagli antichi romani e dai Cartaginesi, dalle quali si ottengono "le olive all'ascolana". gastronomia olive
Prodotti ittici freschissimi come crostacei, pesce azzurro e frutti di mare caratterizzano le cucine di tutta la costa. Un eventuale pranzo in riva al mare, non può che iniziare con il già citato tipico "brodetto" Il pranzo di mare sulla costa marchigiana non può che iniziare dal tipicissimo 'brodetto' del quale esistono principalmente due versioni: quella anconetana adottata nella zona di Porto Recanati. Molto diffuso anche lo stoccafisso, che viene preparato in umido, in tegame con patate e in 'potacchio', ovvero brasato con pomodoro, acciughe, aglio, rosmarino, prezzemolo e peperoncino. A San Benedetto con la cottura in 'potacchio' preparano anche un'ottima coda di rospo. Di seguito alcuni piatti a base di pesce:
  ● Spaghetti mari e monti
  ● Rana pescatrice e porchetta
  ● Frittelle di persico
  ● Sarde di Ancona
  ● Merluzzo alla marchigiana

Antichi sapori e vecchie tradizioni rimaste intatte, sono l'ingrediente principale della cucina dell'entroterra marchigiano.
Troviamo molto spesso il tartufo, bianco o nero nelle ricette dell'entroterra, che viene usato per arricchire moltissimi piatti. Oltre al tartufo i funghi sono protagonisti di uno dei piatti locali più tipici come il "vincisgrassi". Una leggenda narra che il nome della pietanza derivi dal nome di un capitano dell'esercito austriaco impegnato a combattere nelle Marche l'esercito di Napoleone, il principe Windisch - Graetz. Quest'uomo manifestò un così grande entusiasmo per queste lasagne, preparategli da un cuoco locale, che da allora si usa proprio il suo nome, italianizzato, per indicarle.
La carne di questa cucina proviene da un'ottima razza bovina, molto simile alla "chianina", dalle cui carni si ottengono grandi specialità. A  Pesaro è il "tournedos" alla Rossini il piatto tipico, filetto brasato con prosciutto, funghi prezzemolo, limone ed una spruzzata di pepe. Ad Urbino mangeremo la braciola costituita da un rotolo di manzo farcito e brasato nel vino bianco. Importante in questa regione è l'allevamento dei suini che permette una grande disponibilità di salumi. I prosciutti affumicati di Fabriano godono di un trattamento particolare: vengono prima salati, poi sottoposti a lavatura di aceto, infine insaporiti con pepe nero. A Montefeltro invece il prosciutto viene prima insaporito con il pepe e poi lavato con vino cotto. Il "ciaùsculu" è invece la tipica salsiccia di Macerata, fatta di carne di maiale ridotta in pasta fine, macinata ed insaporita con aglio, sale e pepe. Ottima se spalmata su fettine di pane abbrustolite. Ma la vera regina del territorio marchigiano è senza dubbio la porchetta, cotta sullo spiedo, con la sua tradizionale imbottitura di finocchio selvatico.
  ● Bostrengo - Il pulisci-credenza
  ● Coniglio in porchetta
  ● Maiale semplice
  ● Minestra di ceci e maiale

L'arte culinaria della montagna  si basa soprattutto sul profumo del tartufo. salumi standCavatori circospetti vagano per sentieri nascosti, itinerari conservati gelosamente nella memoria, alla ricerca di questo tesoro con l'atteggiamento di chi smercia materiali preziosi. Essi liberano per pochi attimi i tartufi dai cartocci per esporli all'occhio e al naso dell'appassionato compratore. La simbiosi con le vecchie piante è il segreto che conferisce al tartufo finezze e sapori straordinari, maggiormente ricercato è il tartufo delle vecchie e maestose querce che si presenta più scuro e più pesante.
  ● Insalata di funghi e tartufi
  ● Tagliatelle al tartufo
  ● Uova e tartufo

Prodotti tipici marchigiani:
Il tartufo
Nei boschi marchigiani si trovano tartufi sia bianchi che neri e che sono di straordinaria qualità e con aroma molto intenso. Il tuber magnatum Pico, il tartufo bianco più pregiato e raffinato, si trova soprattutto a Sant'Angelo in Vado e a Sant'Agata Feltria, nel Pesarese, da ottobre a dicembre.
Salumi
Il maiale è prodotto in tutto il territorio delle Marche. la sua storia è legata a quella delle famiglie mezzadrili; veniva allevato con ghiande e pastoni e la macellazione avveniva d'inverno.
Ciavuscolo
È il salume tipico della zona interna delle provincie di Ascoli Piceno, Ancona e Macerata.
La sua ricetta tradizionale prevede la preparazione con carni delle parti meno nobili dell'animale, recuperate dalla pancetta, dalla costata e dalla spalla con l'aggiunta del grasso. L'impasto è condito con sale e pepe, aglio e vino cotto. Insaccato in un budello gentile, è simile a una grossa salsiccia ed è lasciato ad affumicare con bacche di ginepro, per alcuni giorni.
Coppa di Ascoli Piceno
Ad Ascoli Piceno viene prodotta una coppa preparata con cotenne, cartilagini, orecchie, lingua e muso del maiale. Questi ingredienti vengono messi a bollire per tre o quattro ore insieme alle ossa dell'animale, dalle quali si distacca poi ogni pezzetto di carne utile. Tutte le parti vengono quindi triturate grossolanamente e condite con pepe, cannella, noce moscata, aglio, mandorle, noci tritate e pistacchi.
Caciotta di Urbino
La caciotta di Urbino, tutelata dal 1982 dalla denominazione di origine protetta, è un formaggio a pasta friabile prodotta con latte di pecora intero per il 70-80 per cento e con latte vaccino, derivato da due mungiture giornaliere con l'aggiunta di lieviti nobili e di caglio.
È un classico formaggio da tavola da gustare preferibilmente fresco per conservare la delicatezza del sapore di latte che gli conferisce una sfumatura tendente al dolce.
Pecorino
Sulla produzione del pecorino marchigiano influisce sia il clima diverso che le varie tecniche di lavorazione; mentre, infatti, nelle province di Pesaro, Ancona e Macerata le forme, terminata la salatura, vengono scottate con il siero perché non rimangano troppo pallide e per ritardare la maturazione. Sui Monti Sibillini invece è il caglio a dettarne le caratteristiche.
A Talamello, invece, il pecorino è messo a stagionare avvolto in foglie di noce, entro caverne di tufo e, dove queste grotte non esistono, come a San Leo, lo depongono in speciali anfore di terracotta.

Ricca è la produzione di vini delle Marche con 11 vini D.O.C. e 2 D.O.C.G. Tra i primi troviamo il "Colli Pesaresi" (bianco, rosso) prodotto nell'ampia zona settentrionale, il "Bianchello del Metauro" (bianco) lungo il bacino del fiume Metauro, il "Verdicchio dei castelli di Jesi" (bianco) nella zona collinare di Ancona, l'"Esino" (bianco, rosso) prodotto nella provincia di Ancona e Macerata, la "Lacrima di Morro d'Alba" (rosso) nella zona nord del fiume Esino,  il "Verdicchio di Matelica" (bianco) prodotto nella zona dei monti Sibillini tra Macerata ed Ancona. vernaccia vitigniEd ancora il "Colli Maceratesi" (bianco, rosso) sulle colline maceratesi, il "Serrapetrona" (rosso) prodotto principalmente nel comune di Serrapetrona, il "Rosso Piceno" (rosso) la cui zona di provenienza va dalla sponda nord del fiume Tronto a quelle del Misa a Senigallia, "Offida" (bianco, rosso) nelle colline ascolane, ed infine, in ordine prettamente geografico,  il "Falerio dei colli ascolani" (bianco) anch'esso prodotto sulle colline ascolane ma fino ai 700 m. di altitudine.
Per quanto riguarda gli D.O.C.G. troviamo il "Rosso Conero" (rosso) ovviamente nella zona del Monte Conero, e il "Vernaccia di Serrapetrona" (rosso) come il suo omonimo D.O.C. prodotto nel comune di Serrapetrona ed in parte nei comuni di Belforte del Chienti e di San Severino Marche.
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