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PROVINCIA DI ASCOLI PICENO
Ascoli Piceno è una città di 51.732 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia. La città si trova a 25 km dal Mar Adriatico alla confluenza tra il fiume Tronto e il torrente Castellano ed è circondata per tre lati da colline, tra cui vi è la montagna dell'Ascensione, il Colle San Marco e la Montagna dei Fiori. È collegata per via ferroviaria con San Benedetto del Tronto, per via stradale con Roma, attraverso la Via Salaria, e San Benedetto del Tronto, sulla costa adriatica, dove si trova il casello autostradale della A14. Due parchi naturali la circondano, quello dei Monti Sibillini a nordovest e quello dei Monti della Laga a sud. Le origini della città sono avvolte nel mistero ma è abbastanza sicuro che la zona fosse popolata già nell'epoca neolitica da popolazioni italiche. Secondo una tradizione italica citata nella letteratura antica (Strabone, Plinio, Festo) la città venne fondata da un gruppo di Sabini, che vennero guidati da un picchio, uccello sacro a Marte durante una delle loro migrazioni (ver sacrum). san benedetto del tronto torrioneI Sabini si sarebbero fusi con altre popolazioni autoctone dando origine ai Piceni, di cui Ascoli divenne il centro principale anche grazie alla sua posizione sulla Via Salaria, che collegava il Lazio con le saline della costa adriatica. Nel 299 a.C. si alleò con i Romani contro gli Etruschi, Galli e Sanniti e nel 269 a.C. divenne Civitas Foederata a Roma. Nel 91 a.C. si ribellò a Roma insieme ad altre genti italiche (i Marsi in particolare ed altre popolazioni del sud Italia) e dette vita alla Guerra Sociale. Nell'89 a.C., dopo un lungo assedio, il generale romano Gneo Pompeo Strabone conquistò la città, trucidando i capi della rivolta e mandando in esilio parte dei suoi abitanti. Nell'88 a.C. Ascoli fu iscritta alla Tribù Fabia, e solo nell'80 a.C. venne finalmente riconosciuta la cittadinanza romana a tutte le popolazioni italiche. Giulio Cesare nel 49 a.C. la designò capitale della regione dandole l'appellativo di Picenum. Ai tempi di Augusto, divenne la capitale della quinta regione italica, più tardi nel III secolo d.C. fu eretta a provincia autonoma con il nome di Picenum Suburcarium. Successivamente segue il destino di altre città, con la caduta dell'impero romano. Nell'alto medioevo subì la decadenza economica e le razzie dei barbari, tra cui quella dei Goti di Totila e dei Longobardi di Faroaldo (578). Per due secoli fu sotto il dominio longobardo del Ducato di Spoleto (593-789) finché non passò sotto il controllo dei Franchi scesi in Italia al seguito di Carlomagno. In questi secoli si accentuò il potere dei vescovi (i cosiddetti vescovi-conti), tra cui Corrado II che con apposito diploma concede al feudatario vescovo Bernardo I nel 1037, il diritto di Zecca. Nel periodo la città viene trascinata in più occasioni nella più vasta lotta per il predominio in Europa tra guelfi e ghibellini. Nel 1183 si costituisce in libero comune, conoscendo però il saccheggio e la distruzione ad opera delle armate imperiali di Federico II. Le libertà municipali sono minate dalle lotte di fazione tra le famiglie più in vista, tra cui il Signore Andrea D'Acquaviva e più tardi Ladislao I - re di Napoli, Conte Carrara, che finiscono per aprire la strada a personaggi ambiziosi come Galeotto Malatesta (XIV secolo) che viene cacciato da una rivolta e in seguito a Francesco Sforza che instaura una crudele dittatura (XV secolo) che viene abbattuta nel 1482, anche se Ascoli è costretta a riconoscere la sovranità della Chiesa. Non cessano i disordini interni tra opposte fazioni che conduce a decadi di ribellioni, massacri, razzie, alla crescita del banditismo e alla decadenza delle virtù civili. Venne annessa alla prima Repubblica Romana e nel 1860 viene annessa al Regno d'Italia di cui seguirà d'ora in avanti tutte le vicende. Degne di nota sono le vicende della resistenza ascolana nel settembre 1943 contro l'occupazione tedesca, che sono valse alla città la Medaglia d'Oro al Valor Militare per attività partigiana.
(Questo articolo è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto dalla voce di Wikipedia: "Acoli Piceno". )
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